Cirko Vertigo e Accademia dei Folli
Rivisitazione circense del poema omerico
mercoledì
26
Luglio
'17
ore 21:30
durata 80'
Teatro Le Serre
Parco Culturale Le Serre
Via Tiziano Lanza, 31
Grugliasco
Ingresso € 10
[ridotto € 8]
Cirko Vertigo e Accademia dei Folli
Rivisitazione circense del poema omerico
In equilibrio sul filo teso da Omero tremila anni fa.
Gli allievi del Cirko Vertigo incontrano Ulisse, e le peripezie diventano acrobazie. Li vedrete camminare sulle corde, appendersi a testa in giù, arrampicarsi fino al cielo su scale, funi, cinghie e sedie che servono a tutto fuorché a star seduti comodi.
E allora… venghino signori, venghino. Mettetevi comodi – voi sì – e ammirate il feroce Polifemo, ritto su una scala libera, alto più di otto pioli e accecato da un palo cinese (e intanto Penelope tesse la sua tela). A bordo di un cerchio aereo plana Circe “ricca d’inganni”, Calipso “riccioli belli” oscilla su un trapezio, mentre Nausicaa “braccio bianco” si è issata su una fune per spiare lo straniero (e intanto Penelope tesse la sua tela).
“Racconta, o Musa, dell’eroe multiforme”, in bilico anche lui, sospeso tra ansia di scoprire e voglia di tornare, tra curiosità e nostalgia (e intanto Penelope tesse la sua tela), tra essere Ulisse e diventare Nessuno.
PERCHE’ UN’ALTRA ODISSEA
Il progetto nasce dall’idea di una collaborazione tra gli allievi del Corso di Formazione Professionale per Artista di Circo Contemporaneo (gestito da Forcoop Agenzia Formativa in collaborazione con Cirko Vertigo) prossimi al diploma e l’Accademia dei Folli, compagnia nata nel 1997 da un gruppo di attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, allora diretta da Luca Ronconi. L’Accademia dei Folli da anni è attiva anche sul piano formativo e didattico e dunque questa Odissea è l’incontro tra metodi didattici e linguaggi differenti ma complementari, convergenti, necessari.
ODISSEA – ANOTHER JOURNEY è il risultato di un lungo lavoro laboratoriale in cui le diverse discipline hanno imparato a dialogare, a fondersi l’una con l’altra, a diventare complementari, convergendo in uno spettacolo omogeneo e allo stesso tempo multiforme.
L’Odissea di Omero è certamente il primo grande testo della letteratura occidentale dove l’elemento fantastico è predominante. Nel teatro uno dei suoi sviluppi può essere considerato la Féerie, genere di origine francese conosciuto per gli intrecci meravigliosi, l’impianto spettacolare e gli effetti sorprendenti (macchine sceniche, fumo, etc.). È dunque naturale pensare al grande poema omerico nell’ottica di un allestimento dove l’elemento fantastico possa esprimersi in tutte le sue potenzialità, utilizzando diversi linguaggi: il teatro appunto, la musica, la danza, la pantomima e l’acrobatica.
Per la sua architettura, il poema, ben si presta a una suddivisione in capitoli, quadri, o meglio ancora, parlando di viaggio, in tappe. Il valore universale dei temi ci consente poi un’indagine sulla natura umana, sulle sue debolezze, aspirazioni, pulsioni e, più in generale, sul senso della vita stessa.
Quale migliore occasione per costruire dunque uno spettacolo che, partendo dalla celeberrima epica di Odisseo, possa cogliere gli echi delle féerie e di tutti i generi epigoni dal vaudeville al grand guignol, dall’avanspettacolo al circo contemporaneo?
È davvero un mondo magico quello in cui ci si cala, un mondo che ci consente una totale libertà espressiva e una coesistenza di linguaggi scenici diversi.
Crediamo fortemente che la commistione di tutti questi linguaggi possa esaltarne le singole peculiarità creando cortocircuiti dagli effetti sorprendenti e inaspettati regalando allo spettatore un’esperienza coinvolgente in grado di abbattere qualsiasi barriera linguistica e culturale. Uno spettacolo certo complesso, ma profondamente popolare nella sua accezione più nobile.
I versi originali vengono spesso trasformati in immagini; la trama scorre rapida danzando su un filo, volteggiando su un trapezio, si svolge – nel vero senso della parola – come un artista che si cala dall’alto avvolto dal tessuto…
Le parole sono ridotte all’essenziale – quasi didascalie di un film muto; la musica è parte integrante e dialoga costantemente con la storia e i personaggi della vicenda, diventando personaggio essa stessa.
Il ritmo è vorticoso, incalzante ma poi si arresta in bolle di pura poesia dove il tempo e lo spazio assumono valori diversi tutti da decifrare.
Tutto questo per restituire quel senso di magia e di meraviglioso così presente in Omero, e regalare al pubblico – e anche agli attori – uno spettacolo pieno di energia e di forza visionaria e immaginifica. Semplicemente, ANOTHER JOURNEY.
LA DRAMMATURGIA
Affrontare e, in questo caso, riscrivere il poema omerico è stata una scelta naturale e immediata considerando la materia artistica a disposizione. Inoltre, si tratta di un testo universalmente conosciuto e quindi fruibile per un pubblico quanto mai vasto ed eterogeneo.
Il lavoro sul testo non va a discapito della comprensibilità della trama: è una delicata operazione di riscrittura per immagini e suggestioni, gioiosamente svincolata dalla “parola detta”, presente nella misura in cui diventa strumento di navigazione, come un sestante, una bussola.
PRIME NOTE DI REGIA…
L’Odissea è un racconto di formazione ma non solo, racchiusi nei versi del celebre poema sono evidenti temi universali quali il viaggio che simboleggia la vita stessa, la sete di sapere, il ritorno (in patria, dopo anni di esilio). Il nostro protagonista è un uomo comune, continuamente in balìa delle proprie debolezze, curioso, a volte giustamente spaesato, ferocemente attaccato alla vita e assetato di tutte le esperienze che essa gli propone di volta in volta.
Attorno a lui una galleria di personaggi fantastici e mostruosi: Calipso, Poseidone, il ciclope Polifemo, Eolo, la Maga Circe, le sirene, Scilla e Cariddi…
Sullo sfondo, la figura di Penelope.
L’ambientazione contemporanea non preclude l’elemento fantastico e l’ironia è il grimaldello in grado di aprire le porte di una grande metafora.
L’operazione è quella di ricondurre il mito e il meraviglioso in un ambito molto concreto e vicino alla nostra sensibilità, compiendo così il percorso inverso rispetto a ciò che fa il mito: trasfigurare cioè in modo fantastico e assoluto le vicende contingenti e quotidiane.
Prima Nazionale
Regia Carlo Roncaglia
Con Davide Campagna (Italia), Mateo Andres Castelblanco Suarez (Colombia), Caterina Condorelli (Italia), Ruairi Mooney Cumiskey (Irlanda), Cinthia Amairany Fernandez Trujillo (Messico), Giuseppe Germini (Italia), Giulia Gualzetti (Italia), Aurora Jara Gutierrez (Spagna), Juan Camilo Jimenez Giraldo (Colombia), Tjaž Juvan (Slovenia), Oton Korosec (Slovenia), Damiano Maffeo (Italia), Carolina Moreira dos Santos (Brasile), Yoalzin Alejandro Pena Yanes (Messico), Francy Brigith Pinzon Ramos (Colombia), Cecilia Rosso (Italia)
e con Gianluca Gambino
produzione Cirko Vertigo e Compagnia di Musica-Teatro Accademia dei Folli
testo Emiliano Poddi
in collaborazione con la Scuola Holden
in coproduzione con Accademia dei Folli
Direttore delle tecniche circensi Arian Miluka